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Introduzione
La memoria è un processo complesso e fondamentale per l’apprendimento, ma spesso ci capita di dimenticare rapidamente ciò che abbiamo appena studiato. Questo fenomeno è legato al funzionamento della memoria a breve termine, che ha una capacità limitata e una durata breve. Comprendere come funziona la memoria a breve termine e i motivi per cui dimentichiamo velocemente può aiutarci a trovare strategie efficaci per migliorare l’apprendimento e consolidare le informazioni nella memoria a lungo termine.
In questo articolo esploreremo le differenze tra memoria a breve e lungo termine, analizzeremo la Curva dell’Oblio di Ebbinghaus e vedremo come il ripasso distribuito possa essere una soluzione efficace per contrastare la dimenticanza.
Le Differenze tra la Memoria a breve e a lungo termine
Per comprendere il motivo per cui dimentichiamo in fretta ciò che studiamo, è essenziale distinguere la memoria a breve termine dalla memoria a lungo termine.
Memoria a breve termine: capacità limitata e durata breve
La memoria a breve termine è il sistema che ci permette di trattenere un numero limitato di informazioni per un breve periodo, solitamente tra i 20 e i 30 secondi. È la memoria che utilizziamo quando leggiamo un numero di telefono per poi digitarlo subito dopo o quando ci concentriamo su una conversazione senza perderne il filo. Tuttavia, questa memoria ha una capacità limitata, stimata in circa 7±2 elementi secondo gli studi dello psicologo George Miller.
Le informazioni immagazzinate nella memoria a breve termine sono molto vulnerabili e, senza un adeguato consolidamento, vengono rapidamente dimenticate. Questo fenomeno è causato dal processo di decadimento della memoria, che avviene quando un’informazione non viene più ripetuta o utilizzata. Per questo motivo, molti studenti trovano difficile ricordare ciò che hanno studiato se non ripassano le informazioni in modo efficace.

Memoria a lungo termine: un archivio di conoscenze durature
Al contrario, la memoria a lungo termine è il sistema che ci permette di conservare informazioni per un periodo molto più esteso, che va da giorni a tutta la vita. La sua capacità è considerata praticamente illimitata, e le informazioni che vi entrano possono essere recuperate anche dopo anni.
Perché un’informazione passi dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, è necessario un processo attivo di consolidamento, che avviene attraverso diverse strategie:
- Ripetizione e revisione: ripetere un’informazione più volte aiuta a rafforzarla.
- Elaborazione profonda: associare nuovi concetti a conoscenze già esistenti migliora il ricordo.
- Coinvolgimento emotivo: le informazioni legate a emozioni forti tendono a rimanere impresse più a lungo.
Se non interveniamo con strategie adeguate, le informazioni rimangono nella memoria a breve termine e vengono dimenticate rapidamente, come descritto dalla Curva dell’Oblio di Ebbinghaus. Per questo motivo, è fondamentale adottare metodi di studio efficaci, come il ripasso distribuito, per migliorare la ritenzione delle informazioni nel tempo.
La Curva dell’Oblio di Ebbinghaus e il processo di decadimento della memoria
Uno dei fenomeni più studiati in psicologia cognitiva è la Curva dell’Oblio, scoperta dallo psicologo Hermann Ebbinghaus nel XIX secolo. Questa curva mostra come la nostra capacità di ricordare informazioni diminuisca drasticamente nelle prime ore dopo l’apprendimento, per poi stabilizzarsi nel tempo.
Ebbinghaus condusse numerosi esperimenti su se stesso, utilizzando sillabe senza senso per evitare associazioni con concetti preesistenti. I suoi studi portarono alla formulazione di una curva che rappresenta graficamente la velocità con cui le informazioni vengono dimenticate se non vengono ripassate o richiamate alla mente.

Secondo i suoi risultati:
Dopo una settimana, rimane solo il 20% delle informazioni iniziali.
Dopo 20 minuti, ricordiamo solo il 60% di ciò che abbiamo studiato.
Dopo 1 ora, la ritenzione scende al 45%.
Dopo 24 ore, possiamo aver dimenticato fino all’80% del materiale appreso.
Questo avviene perché la memoria segue un naturale processo di decadimento, ovvero le informazioni che non vengono ripassate o utilizzate tendono a svanire rapidamente. La ragione di ciò risiede nel fatto che il cervello è progettato per eliminare informazioni non ritenute importanti, ottimizzando lo spazio cognitivo per nuovi apprendimenti.
Perché dimentichiamo così velocemente?
Il motivo per cui dimentichiamo le informazioni così rapidamente è legato a diversi fattori cognitivi e biologici:
- Decadimento della traccia mnestica
Quando apprendiamo qualcosa di nuovo, nel cervello si formano connessioni sinaptiche che rappresentano l’informazione. Se queste connessioni non vengono rafforzate con il ripasso o l’uso attivo, tendono a svanire rapidamente, rendendo difficile il recupero dell’informazione.
- Interferenza proattiva e retroattiva
Il nostro cervello è costantemente bombardato da nuove informazioni. L’interferenza proattiva si verifica quando ricordi preesistenti disturbano l’apprendimento di nuovi concetti, mentre l’interferenza retroattiva si verifica quando le nuove informazioni sovrascrivono o disturbano il ricordo di quelle vecchie.
- Mancanza di significato e connessioni
Ebbinghaus utilizzò sillabe senza senso nei suoi esperimenti per evitare l’associazione con conoscenze pregresse. Questo dimostrò che le informazioni prive di significato vengono dimenticate molto più velocemente rispetto a quelle collegate a concetti già noti o emozioni.
- Mancato consolidamento durante il sonno e l’importanza dell’attività fisica
Il sonno è fondamentale per il trasferimento delle informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. Se non dormiamo adeguatamente dopo aver studiato, il nostro cervello non riesce a consolidare efficacemente i nuovi ricordi, aumentando il rischio di dimenticanza. Inoltre, un altro aspetto fondamentale da considerare è quello svolto dall’attività fisica. Recentemente, i ricercatori dell’University College London hanno dimostrato che la combinazione tra attività fisica e sonno ha un effetto migliorativo sulla memoria a breve termine.
- Sovraccarico cognitivo
Il nostro cervello ha una capacità di elaborazione limitata. Quando cerchiamo di immagazzinare troppe informazioni in poco tempo (ad esempio, studiando tutto la sera prima di un esame), rischiamo di sovraccaricare la memoria a breve termine, impedendo un efficace trasferimento delle informazioni nella memoria a lungo termine.

Come far passare le informazioni dalla memoria a breve a quella a lungo termine
Il passaggio delle informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine non è un processo automatico. Se non vengono adottate strategie specifiche, le informazioni vengono dimenticate rapidamente, come descritto nella Curva dell’Oblio di Ebbinghaus. Tuttavia, esistono diverse tecniche che permettono di consolidare la memoria e garantire un apprendimento duraturo.
Elaborazione profonda: collegare nuovi concetti a ciò che già sappiamo
La nostra memoria funziona meglio quando i nuovi concetti vengono collegati a conoscenze preesistenti. Questo processo è noto come elaborazione profonda e aiuta il cervello a creare connessioni più forti tra le informazioni.
Come applicarla:
- Quando studi un nuovo argomento, chiediti: “A cosa assomiglia? In quale contesto posso applicarlo?”
- Usa mappe concettuali per evidenziare le relazioni tra diversi concetti.
- Associa le informazioni a esperienze personali o esempi pratici.
Ad esempio, se stai studiando la fotosintesi, puoi collegarla al funzionamento del corpo umano: così come i polmoni catturano ossigeno per sopravvivere, le piante utilizzano la luce solare per produrre energia.
Per mettere in atto questo consiglio, è fondamentale avere degli appunti cartacei in cui poter appuntare tutte queste informazioni. Leggi il nostro articolo dedicato alla stesura degli appunti!
Uso di associazioni e immagini mentali: trasformare le informazioni in immagini
Il cervello umano è particolarmente efficace nel ricordare immagini e associazioni visive. Per questo motivo, tecniche come le parole chiave e delle immagini o la tecnica del Palazzo della memoria, sono così efficaci nel migliorare la memorizzazione.
Scopri come mettere in atto questi metodi, leggi il nostro articolo dedicato alle strategie per allenare la memoria e migliorare i voti a scuola!
Organizzare i ripassi
Per contrastare la Curva dell’oblio, dopo aver studiato è fondamentale continuare a riprendere i diversi argomenti per consolidare la loro comprensione e la loro presenza nella nostra memoria a lungo termine.
Uno degli strumenti più potenti per combattere la dimenticanza è il ripasso distribuito, un metodo di studio basato sulla revisione delle informazioni a intervalli regolari. Invece di ripassare tutto in un’unica sessione intensa, il ripasso viene distribuito nel tempo, rafforzando la memoria a lungo termine.
Se hai dubbi su come organizzare i tuoi ripassi, prendi spunto dal nostro articolo che compara il ripasso distribuito e quello intensivo, scoprirai strategie utili per migliorare il tuo metodo di studio!
Conclusione
La memoria a breve termine è essenziale per il nostro apprendimento, ma la sua capacità limitata e il rapido decadimento delle informazioni la rendono poco affidabile nel lungo periodo. Per evitare di dimenticare velocemente ciò che studiamo, dobbiamo adottare strategie che favoriscano il trasferimento delle informazioni alla memoria a lungo termine.
Il ripasso distribuito è una soluzione efficace per contrastare la Curva dell’Oblio e migliorare il processo di memorizzazione, garantendo un apprendimento più solido e duraturo. Applicando queste strategie, sarà possibile ricordare con maggiore facilità ciò che si studia e migliorare significativamente i risultati accademici.
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