Procrastinazione e auto-sabotaggio nello studio: quando la tua personalità ti rema contro

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lunedì, Mar 10

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Una studentessa con un MBTI tendente alla procrastinazione

Introduzione

Capita a molti studenti di ritrovarsi davanti ai libri con la consapevolezza di dover iniziare a studiare, eppure di sentirsi paralizzati, incapaci di fare il primo passo o di mantenere la concentrazione. 

Non si tratta sempre di mancanza di organizzazione: dietro alla procrastinazione si nascondono meccanismi profondi e sconosciuti. Ad esempio, sapevi che è la nostra stessa personalità a determinare il modo in cui ci approcciamo allo studio? 

Se hai mai sentito parlare di MBTI (Myers-Briggs Type Indicator), il famoso test che suddivide le personalità in 16 profili distinti, potresti essere sorpreso di scoprire che proprio la tua tipologia può renderti più vulnerabile all’auto-sabotaggio attraverso la procrastinazione. Perché succede? Per alcuni tipi di personalità, soprattutto quelli più riflessivi, sensibili e orientati all’introspezione, rimandare non è solo una questione di pigrizia: è una difesa inconscia contro la paura del successo, il timore del giudizio e l’eccessiva autocritica.

In questo articolo scopriremo insieme quali profili MBTI sono maggiormente a rischio di scivolare in questo circolo vizioso, come riconoscere i segnali di auto-sabotaggio e, soprattutto, quali strategie personalizzate adottare per uscire dalla trappola della procrastinazione cronica e imparare a studiare in modo più efficace, senza che la tua mente ti remi contro.

Che cos’è il test MBTI e perché può aiutarti a capire il tuo rapporto con lo studio

Il test MBTI (Myers-Briggs Type Indicator) è un test elaborato dalle ricercatrici statunitensi Katharine Cook Briggs e Isabel Myers Briggs nel 1962, basandosi sulle teorie di Carl Gustav Jung, il padre della psicologia analitica.

Il test MBTI suddivide le personalità in 16 tipi psicologici, combinando quattro coppie di preferenze opposte, rappresentate da delle lettere:

  • Introversione (I) vs Estroversione (E): preferenza per il mondo interno o esterno.
  • Sensazione (S) vs Intuizione (N): preferenza per informazioni concrete o astratte.
  • Pensiero (T) vs Sentimento (F): preferenza per decisioni logiche o basate sui valori personali.
  • Giudizio (J) vs Percezione (P): preferenza per un approccio organizzato o flessibile alla vita.

Queste preferenze si combinano in un codice di quattro lettere (ad esempio: INFP, ENTP, ISTJ), che descrive la tua personalità e il tuo modo naturale di affrontare lo studio, le scadenze e lo stress scolastico o universitario. Comprendere il proprio profilo MBTI è utile perché offre una chiave di lettura immediata sulle proprie tendenze innate.

Il test MBTI è affidabile? 

Il test MBTI non è da considerare uno strumento diagnostico o valutativo, ma è uno strumento utile per conoscere meglio sé stessi, ma non deve essere considerato una verità assoluta

Ogni persona è più complessa della propria tipologia MBTI e la soggettività individuale resta sempre l’elemento più importante. Tuttavia, il MBTI può essere usato come modello di riferimento approvato da molti psicologi e largamente utilizzato anche in diversi contesti lavorativi, una guida per capire meglio le proprie tendenze naturali e per lavorare sui propri punti di forza e sulle difficoltà.

Tutte le 16 personalità MBTI

Dove fare il test MBTI

Esistono diversi siti online che offrono test basati sulle regole dell’Indicatore Myers-Briggs. Uno dei più affidabili e utilizzati è disponibile su 16 Personalities, dove, rispondendo a una serie di affermazioni con il proprio grado di accordo o disaccordo, è possibile identificare gratuitamente il proprio profilo MBTI.

Perché procrastinazione e auto-sabotaggio sono connessi alla propria personalità 

La procrastinazione è spesso descritta come una cattiva abitudine, un problema legato alla gestione del tempo o alla scarsa organizzazione personale. Tuttavia, numerose ricerche sulla psicologia della personalità hanno messo alla luce una realtà molto più complessa.

Come abbiamo già accennato, alcune personalità, soprattutto se caratterizzate da una elevata sensibilità emotiva e forte auto-riflessione, la procrastinazione assume la forma di un vero e proprio auto-sabotaggio inconscio. In altre parole, il rimandare di continuo è una strategia psicologica di autoprotezione contro paure e insicurezze profonde.

Procrastinazione e auto-sabotaggio scolastico

L’auto-sabotaggio scolastico è un fenomeno subdolo e difficile da riconoscere, perché non si manifesta apertamente come una rinuncia consapevole allo studio. Al contrario, si nasconde spesso dietro comportamenti quotidiani che sembrano comuni: 

  • Rimandare continuamente l’inizio dello studio, anche per materie semplici.
  • Perfezionismo paralizzante: non iniziare mai perché il risultato deve essere “perfetto”.
  • Autocritica costante e sproporzionata rispetto agli errori reali.
  • Tendenza a distrarsi con attività alternative poco rilevanti per lo studio.
  • Senso di colpa e autogiudizio negativo dopo ogni rinvio.
  • Autoconvincersi che si lavora meglio sotto pressione, creando condizioni di emergenza artificiale.

Questi atteggiamenti, se occasionali, possono essere considerati normali, ma quando diventano uno schema ricorrente, possono essere la spia di un meccanismo di auto-sabotaggio.

I segnali dell’auto-sabotaggio scolastico

Riconoscere l’auto-sabotaggio è il primo passo per spezzarne il ciclo

Partiamo da riconoscere come il vero motore di questa dinamica non è la svogliatezza, ma un conflitto interiore che lega la paura di fallire alla paura di riuscire, creando una spirale perfetta per l’auto-sabotaggio. Quando una persona tende ad auto-sabotarsi, spesso è possibile sentirle dire frasi come “Lavoro meglio sotto pressione” o “Non riesco ad iniziare”. Queste non sono semplici frasi ma nascondono le caratteristiche del auto-sabotatore cronico

Nella mente di un auto-sabotatore cronico notiamo come il ciclo auto-sabotante si attiva tipicamente in questo modo: lo studente riceve un compito, spesso percepito come importante per la propria immagine di sé. Subito dopo, scatta un dialogo interno critico, fatto di frasi:

  • E se non sarò all’altezza?”;
  • Se non è perfetto, dimostrerò di essere un fallimento”;
  • Se ci metto tutto me stesso e non va bene, non avrò più scuse”. 

Questi pensieri creano ansia anticipatoria, portando lo studente a rimandare l’inizio del lavoro per proteggersi dal disagio. Rimandare significa scappare dal giudizio, mantenendo viva l’illusione che, con più tempo o con condizioni migliori, potrebbero fare un lavoro perfetto. Il rinvio, però, anziché calmare la paura, la amplifica, perché il tempo si riduce e la percezione di non farcela aumenta. In questo modo, la procrastinazione diventa una profezia auto-avverante, dove il timore di fallire si concretizza proprio a causa della mancanza di preparazione dovuta al continuo rinvio.

Questo schema è particolarmente presente in studenti perfezionisti, sensibili o fortemente autocritici, caratteristiche tipiche di alcuni profili MBTI. Nei prossimi paragrafi analizzeremo quali sono i tipi MBTI più a rischio di auto-sabotaggio scolastico e universitario, e quali dinamiche specifiche caratterizzano ciascuno di loro.

Le personalità MBTI più a rischio: chi tende ad auto-sabotarsi nello studio

Vediamo ora quali sono le personalità maggiormente a rischio quando si parla di auto-sabotaggio scolastico:

INFP: il sognatore paralizzato dalla paura di non essere abbastanza

L’INFP, noto come “Mediatore” o “Sognatore Idealista”, può presentarsi in uno studente che vive di ispirazione e motivazione interna. Se un argomento non lo coinvolge emotivamente, fatica enormemente a iniziare a studiarlo. 

La procrastinazione dell’INFP, tuttavia, non è solo un problema di interesse: è strettamente collegata a una fragilissima autostima. L’INFP ha un’immagine di sé fortemente idealizzata, e ogni prova scolastica rappresenta un potenziale scontro tra quell’immagine e la realtà. Rimandare lo studio è il modo in cui si protegge dal rischio di scoprire di non essere all’altezza.

Quando l’INFP si auto-sabota, lo fa in modo sottile, raccontandosi che sta aspettando “l’ispirazione giusta” o che lavora meglio sotto pressione. In realtà, più il compito è importante, più l’INFP si blocca, terrorizzato all’idea di rovinare la propria immagine di studente creativo e brillante. Spesso si rifugia in attività alternative: disegna, legge, sogna a occhi aperti, creando una bolla di fantasia che lo protegge dal giudizio reale.

selective focal photo of crayons in yellow box

Come riconoscere uno studente con le caratteristiche INFP:

A scuola o all’università è possibile vedere studenti con questo tipo di personalità che rinviano lo studio finché è troppo tardi, così da dire a se stesso che il brutto voto è dovuto alla mancanza di tempo, non alla mancanza di capacità.

ENFP: l’entusiasta che insegue idee ma scappa dalle scadenze

L’ENFP, detto anche “Attivista” o ’Esploratore Entusiasta”, è uno modello che possiamo ritrovare in studenti che sì amano imparare, ma solo quando l’argomento è nuovo e stimolante. 

La mente di uno studente ENFP salta da un’idea all’altra, con un entusiasmo travolgente che lo porta a iniziare mille progetti contemporaneamente senza mai finirne uno. La procrastinazione dell’ENFP è legata a una percezione del tempo estremamente elastica e a una difficoltà cronica a seguire schemi rigidi. Ogni scadenza rappresenta una gabbia, e ogni vincolo esterno viene vissuto come una limitazione della sua libertà creativa.

Tuttavia, dietro questa apparente spontaneità si nasconde spesso una profonda paura di fallire. Finché le idee restano nella sua mente, sono perfette. Metterle in pratica significa confrontarsi con i limiti della realtà, e questo genera ansia e auto-sabotaggio. La procrastinazione diventa quindi una strategia per evitare il confronto diretto con la possibilità di non essere all’altezza delle proprie stesse aspettative.

man wearing white top using MacBook

Come riconoscere uno studente con le caratteristiche ENFP:

Questo tipo può essere rintracciato in quei studenti che avviano tanti progetti tutti insieme, prendono appunti, sono pieni di idee, ma poi rimandano la sintesi finale, temendo che il risultato non sarà all’altezza del giudizio altrui.

INTP: il perfezionista analitico che si blocca nei dettagli

L’INTP, conosciuto anche come “Logico” o “Pensatore Analitico”, è uno studente affamato di conoscenza, spinto dal bisogno di comprendere la struttura profonda delle cose. Ama immergersi in argomenti complessi, scomporli e ricomporli in modo originale, sviluppando teorie e collegamenti spesso brillanti. Tuttavia, questa naturale inclinazione all’analisi può trasformarsi in una trappola auto-sabotante, soprattutto in contesti scolastici e universitari dove i compiti richiedono produttività concreta e rispetto delle scadenze.

L’INTP tende a procrastinare quando percepisce che il compito richiede compromessi tra accuratezza e tempo disponibile. Se non può fare un lavoro perfetto o completo, spesso sceglie di non farlo affatto o di iniziarlo troppo tardi. Il suo perfezionismo non si manifesta tanto nell’ossessione formale per l’ordine o l’estetica, quanto nella necessità di avere una comprensione profonda e coerente di ogni argomento, anche quando non serve. Questa tendenza a rincorrere la completezza assoluta lo porta a bloccarsi su dettagli irrilevanti o a disperdere energie in ricerche infinite.

Dietro la procrastinazione dell’INTP si nasconde una profonda paura di esporsi all’imperfezione e, quindi, al giudizio altrui o al fallimento intellettuale. In contesti accademici, questo si traduce in progetti iniziati e mai completati, schemi e appunti incompleti, o elaborati che restano nella sua mente senza mai arrivare sulla carta. Ogni volta che si scontra con una scadenza rigida, l’INTP vive una frustrazione doppia: da un lato detesta il vincolo esterno, dall’altro teme di non essere capace di produrre qualcosa all’altezza delle sue stesse aspettative.

Una persona che studia

Come riconoscere uno studente con le caratteristiche INTP:

Troviamo personalità come questi in studenti che rimandano costantemente l’inizio di un lavoro, convinti di non aver trovato ancora la  “chiave perfetta” per iniziarli, perdendosi in letture secondarie e approfondimenti fuori tema, convinto che ogni dettaglio sia cruciale.

3 Tecniche (+1) per spezzare il ciclo di procrastinazione e auto-sabotaggio scolastico

Smettere di procrastinare non è solo una questione di forza di volontà. Per studenti inclini all’auto-sabotaggio, servono strategie personalizzate, che rispettino il loro modo di pensare e le loro paure specifiche. 

Ecco alcune soluzioni pratiche:

  1. Definire successi minimi accettabili (perfezionisti e analitici come INTP)

Se pensi di avere la tendenza a rimandare fin quando le tue aspettative non è all’altezza, la strategia chiave è abbassare l’asticella iniziale. Inizia ad esempio stabilendo dei successi minimi.

Ad esempio, se devi scrivere una tesina, invece di aspettare di avere il quadro perfetto prima di iniziare a scrivere, può porsi l’obiettivo di buttare giù un paragrafo, anche disordinato, anche incompleto, sapendo che potrai perfezionarlo in seguito. Questo aiuta a separare la fase creativa dalla fase di rifinitura, evitando di paralizzarsi all’inizio.

  1. Routine di micro-passaggi e stimoli nuovi (per menti creative e divergenti come ENTP)

Se ti annoi velocemente o ti senti eccessivamente vincolato nei tuoi compiti, potresti trasformare il tuo studio in una routine varia e fatta di brevi blocchi di studio. Per fare questo, prova ad utilizzare la Tecnica Pomodoro, che abbiamo descritto in un nostro precedente articolo. 

Puoi strutturare il tuo tempo in brevi attività e cambiare subito dopo con qualcosa di diverso, come ad esempio 25 minuti di appunti scritti, 5 minuti di pausa, 25 minuti di creazione di mappe mentali, altri 5 minuti di pausa, seguiti da dei quiz per vedere se si è compreso tutto degli argomenti studiati, così da stimolare costantemente il suo bisogno di novità. Ogni micro-passaggio completato crea un senso di avanzamento e riduce la percezione di noia.

  1. Routine gentile e narrativa (per menti sensibili e riflessive come gli INFP)

Se hai bisogno di creare un legame personale con ciò che studi, le mappe concettuali possono diventare uno strumento particolarmente efficace. Gli studenti INFP, che tendono a cercare un significato profondo anche nei compiti scolastici, possono sfruttare questo metodo per dare forma visiva ai propri pensieri e collegare i concetti a esperienze, emozioni o interessi personali.

Non è necessario limitarsi a frecce e parole chiave: puoi personalizzare ogni mappa con colori e simboli. In questo modo, ogni mappa diventa un ponte tra il contenuto scolastico e il tuo mondo interiore, trasformando lo studio in un processo di espressione creativa e non solo di memorizzazione.

Abbiamo descritto come creare una mappa concettuale efficace in un nostro articolo dedicato, leggi per scoprire di più!

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L’ultima strategia da adottare nello studio, trasversale a tutte le personalità sono invece le Tecniche di revisione incrementale. Tutti e tre questi profili, pur per motivi diversi, tendono a procrastinare quando percepiscono il compito come un unico blocco immenso e perfetto da realizzare in una volta sola. 

    Spezzare il processo di studio in revisioni progressive aiuta a togliere pressione e a normalizzare l’imperfezione iniziale. Ogni revisione successiva diventa un’occasione di miglioramento, anziché una prova del proprio valore.

    Conclusione

    Conoscere la propria personalità MBTI non è solo un esercizio divertente: è uno strumento concreto per comprendere perché si procrastina, quali sono le paure specifiche che alimentano l’auto-sabotaggio e quali strategie sono più efficaci per ogni studente. Un INFP, INTP e un ENTP procrastinano per motivi diversi e devono usare tecniche diverse per uscirne. Personalizzare il metodo di studio in base al proprio MBTI permette di trasformare i propri punti deboli in punti di forza.

    Il vero antidoto all’auto-sabotaggio scolastico non è solo una migliore organizzazione, ma un cambiamento di mentalità: accettare che il valore personale non dipende dalla performance scolastica e che ogni tentativo, anche imperfetto, è un passo avanti. Conoscere il proprio MBTI aiuta a identificare le radici profonde della procrastinazione, e con strategie pratiche e personalizzate è possibile uscire dal loop auto-sabotante e costruire un metodo di studio efficace e sostenibile.

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